Recensione da Jazzconvention - Acouspace Plus

ACOUSPACE PLUS - TID

Uno spazio aperto in cui fare incrociare le linee melodiche, privo di griglie di genere e rimandi stringenti. Jesper Bodilsen, Claus Waidtløw, Joakim Milder e Spejderrobot costruiscono un percorso di grande libertà espressiva, consistente nel suo sviluppo e sempre ricco di soluzioni ben calibrate e non consuete. 
La concezione del quartetto si unisce con la curiosità e la disinvoltura con cui i quattro passano da un contesto all'altro: se si considerano solamente i primi due brani, alle aperture rarefatte di Snowland seguono le romantiche volute di Too young to go steady. Nel primo caso ci troviamo in territorio nordico, una sorta di canzone popolare ridotta all'essenziale, con i sassofoni che si rincorrono lirici e il contrabbasso che esplora l'animo più profondo del brano. Nel secondo invece andiamo direttamente nel repertorio di Nat King Cole, con un'interpretazione ricca di swing e capace di restituire tutta la dimensione jazzistica dei protagonisti. 
Un contrabbasso, due sassofoni e l'elettronica rappresentano una compagine particolare. Nel corso degli ultimi tempi abbiamo incontrato spesso formazioni in duo composte da questi strumenti oppure trii senza ritmica. Inoltre la manipolazione dei suoni appena prodotti è una pratica ormai entrata nell'uso "quotidiano" dei jazzisti di oggi. Bodilsen, Waidtløw e Milder scelgono di far dialogare alla pari i propri strumenti per creare un tessuto resistente e capace di adattarsi ai vari scenari affrontati dalla formazione. L'elettronica interviene in maniera spesso discreta: un raccordo sonoro, un ulteriore voce, un ambiente sonoro nella maggior parte dei casi. Gli interventi di Spejderrobot non sono pensati mai per rimpiazzare le funzioni di strumenti mancanti o la gestione ritmica. 
Fatte queste premesse, l'idea alla base di Acouspace Plus è una musica dalle molte possibili sfaccettature. Basta considerare i tre brani non originali presenti nella scaletta del disco: il già citato Too young to go steadyLa belle dame sans regrets brano composto da Dominic Miller e interpretato da Sting in Mercury Falling e Blue Monk, inserito come bonus track. Gli spazi rarefatti di Amen e il passo incalzante di Edith, la vena riflessiva di Whisper e la più romantica Song for her, l'introspettiva Cereal Killer e la coda affidata alla sola elettronica in Exit prima della bonus track. 
Il dialogo continuo permette di inserire riferimenti provenienti da ogni ambito musicale. Scelte e soluzioni, in questo senso, offrono varietà al flusso del disco. Il dialogo collettivo e sempre condiviso raramente lascia spazio all'assolo o al protagonismo del singolo. Lo stesso atteggiamento si riflette sul complesso del lavoro: si assiste in pratica ad un discorso molto unitario e compatto, circolare in alcune suggestioni che scorrono da una traccia all'altra, come si addice giustamente ad una riflessione sul Tempo - la traduzione dal danese di Tid è, appunto, Tempo. 
Acouspace è il trio formato da Bodilsen, Waidtløw e Milder. La presenza di Spejderrobot aggiunge il Plus al nome della formazione, lasciando inalterato il concetto collettivo alla base del dialogo tra i suoi componenti. L'incontro tra i quattro si compone di libertà e rispetto reciproco, di materiali giù praticati e attitudine all'improvvisazione: la musica portata nel disco punta a superare i confini tra i diversi linguaggi ma, allo stesso tempo, vuole mantenerne riconoscibili alcuni caratteri fondamentali per segnare il processo con cui si arriva al risultato finale.

Scritto da Fabio Ciminiera