Video for "Februar"

Enjoy the new video to the single “Februar” on YouTube. The video is a mix of footage from the recording session at the Copenhagen based studio “The village” and beautiful photographs poetically depicting the last of the winter months taken by amateur photographer Tine Hyllebjerg Ibsen. Video recording and editing by Johanne Hjerrild Damkier

Video of the song ONE OF A KIND from the album SHORT STORIES FOR DREAMERS

Jesper Bodilsen es un músico excepcional del Jazz danés, (contrabajo) es bien conocido en Europa, a pesar de que no ha ganado el reconocimiento merecido en el ámbito comercial del mercado americano. Lo acompañan en este cuarteto el guitarrista, Ulf Wakenius, el trompetista Peter Asplund y el vibráfonista Severi Pyyasalo.

Rubén Raúl Pérez have made this beautiful video with the music from the album SHORT STORIES FOR DREAMERS which was released on Stunt Records. 

Jesper Bodilsen - bass, Ulf Wakenius - guitar, Severi Pyysalo - vibes

Una nuova recensione di Acouspace Plus - TID

Prendetevi del tempo (“Tid” in danese) e possibilmente anche dello spazio (anche quello immaginario, garantito dall’isolamento di un buon paio di cuffie, può andar bene) e disponetevi all’ascolto. Il quartetto formato da Jesper Bodilsen al contrabbasso (è lui il cuore pulsante del trio ‘nordico’ di Stefano Bollani), Claus Waidtløw e Joakim Milder ai sax e Spejderrobot all’elettronica, richiede attenzione, ma non perché la sua musica suoni ostica o pretenziosa, semplicemente perché, fin dalle prime note, “Snowland” avvolge in un universo acustico sinuoso, curvilineo, in questo favorito dall’assenza di strumenti percussivi e anche del pianoforte. La discendenza più immediata è quella con i gruppi di Jimmy Giuffre, il trio dei dischi Verve, “Fusion” e “Thesis” insieme a Steve Swallow e Paul Bley: in comune la libertà espressiva – che non sfocia mai nel caos, nemmeno organizzato – e l’attenzione alla melodia; in aggiunta una leggerezza quasi onirica, una luminosità caratteristica di certe sere da quelle parti lassù al nord. Una delle (molto) piacevoli sorprese di quest’anno jazzistico. (Danilo Di Termini)

Recensione da Jazzconvention - Acouspace Plus

ACOUSPACE PLUS - TID

Uno spazio aperto in cui fare incrociare le linee melodiche, privo di griglie di genere e rimandi stringenti. Jesper Bodilsen, Claus Waidtløw, Joakim Milder e Spejderrobot costruiscono un percorso di grande libertà espressiva, consistente nel suo sviluppo e sempre ricco di soluzioni ben calibrate e non consuete. 
La concezione del quartetto si unisce con la curiosità e la disinvoltura con cui i quattro passano da un contesto all'altro: se si considerano solamente i primi due brani, alle aperture rarefatte di Snowland seguono le romantiche volute di Too young to go steady. Nel primo caso ci troviamo in territorio nordico, una sorta di canzone popolare ridotta all'essenziale, con i sassofoni che si rincorrono lirici e il contrabbasso che esplora l'animo più profondo del brano. Nel secondo invece andiamo direttamente nel repertorio di Nat King Cole, con un'interpretazione ricca di swing e capace di restituire tutta la dimensione jazzistica dei protagonisti. 
Un contrabbasso, due sassofoni e l'elettronica rappresentano una compagine particolare. Nel corso degli ultimi tempi abbiamo incontrato spesso formazioni in duo composte da questi strumenti oppure trii senza ritmica. Inoltre la manipolazione dei suoni appena prodotti è una pratica ormai entrata nell'uso "quotidiano" dei jazzisti di oggi. Bodilsen, Waidtløw e Milder scelgono di far dialogare alla pari i propri strumenti per creare un tessuto resistente e capace di adattarsi ai vari scenari affrontati dalla formazione. L'elettronica interviene in maniera spesso discreta: un raccordo sonoro, un ulteriore voce, un ambiente sonoro nella maggior parte dei casi. Gli interventi di Spejderrobot non sono pensati mai per rimpiazzare le funzioni di strumenti mancanti o la gestione ritmica. 
Fatte queste premesse, l'idea alla base di Acouspace Plus è una musica dalle molte possibili sfaccettature. Basta considerare i tre brani non originali presenti nella scaletta del disco: il già citato Too young to go steadyLa belle dame sans regrets brano composto da Dominic Miller e interpretato da Sting in Mercury Falling e Blue Monk, inserito come bonus track. Gli spazi rarefatti di Amen e il passo incalzante di Edith, la vena riflessiva di Whisper e la più romantica Song for her, l'introspettiva Cereal Killer e la coda affidata alla sola elettronica in Exit prima della bonus track. 
Il dialogo continuo permette di inserire riferimenti provenienti da ogni ambito musicale. Scelte e soluzioni, in questo senso, offrono varietà al flusso del disco. Il dialogo collettivo e sempre condiviso raramente lascia spazio all'assolo o al protagonismo del singolo. Lo stesso atteggiamento si riflette sul complesso del lavoro: si assiste in pratica ad un discorso molto unitario e compatto, circolare in alcune suggestioni che scorrono da una traccia all'altra, come si addice giustamente ad una riflessione sul Tempo - la traduzione dal danese di Tid è, appunto, Tempo. 
Acouspace è il trio formato da Bodilsen, Waidtløw e Milder. La presenza di Spejderrobot aggiunge il Plus al nome della formazione, lasciando inalterato il concetto collettivo alla base del dialogo tra i suoi componenti. L'incontro tra i quattro si compone di libertà e rispetto reciproco, di materiali giù praticati e attitudine all'improvvisazione: la musica portata nel disco punta a superare i confini tra i diversi linguaggi ma, allo stesso tempo, vuole mantenerne riconoscibili alcuni caratteri fondamentali per segnare il processo con cui si arriva al risultato finale.

Scritto da Fabio Ciminiera

Jesper Bodilsen 4tet - Musica a Villa Durio, XXX edizione (IT)

Concerto a Teatro Civico Varallo Sesia

Jesper Bodilsen, contrabbasso
Nikolaj Bentzon, pianoforte
Nico Gori, clarinetto
Joe Barbieri, chitarra e voce

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Quando degli ottimi strumentisti si incontrano e suonano con la gioia di farlo, potete star sicuri che il concerto che ne scaturirà sarà un concerto intenso, piacevole e non scevro da emozioni.
Nella importante rassegna “Musica a Villa DURIO”, organizzata dal Maestro Massimo Giuseppe Bianchi, c’è sempre un aggancio con il Jazz: e questa volta sul palco è salito il quartetto di Jesper Bodilsen, contrabbassista danese, che con Nikolaj Bentzon al pianoforte , Nico Gori al clarinetto e Joe Barbieri alla chitarra e (naturalmente) alla voce, hanno dato vita ad un’ ora e mezza di musica interessante e molto piacevole, mostrando un affiatamento perfetto ed un’ espressività cristallina.
Come si ottiene una musicalità così elegante, ma che giunge dritta a chi ascolta senza sovrastrutture?
Per prima cosa con una grande cura dei particolari. Dinamiche perfette: Nico Gori, ad esempio, ha la tecnica e la sensibilità di sfrutta le grandi potenzialità dinamiche del clarinetto. Il suo virtuosismo non e’ fine a se stesso, e si tramuta in fraseggi suggestivi, note lunghe perfette e che colpiscono per pienezza e timbro, e un’ interazione con pianoforte e contrabbasso intensa, attenta, e per questo sempre proficua. Le sue idee viaggiano tra uno strumento e l’ altro rendendo ariosa la musica.
Jesper Bodilsen dà al suo contrabbasso un suono pieno e rotondo. E’ di certo anch’egli un virtuoso dello strumento, ma non ha bisogno di fare nient’altro che le note giuste per ogni determinato brano. Niente eccessi. E se le note giuste sono segnare i quarti e tornare alla tonica al primo quarto, quello è ciò che Jasper farà, regalandovi l’ emozione del Jazz del quale vi siete innamorati e che non vi capita più di ascoltare a livelli così alti: dopodiché al momento dell’ assolo vi rendete conto della grande fantasia improvvisativa di questo musicista che non ama strafare tanto per stupire, ma ama suonare per creare ottima musica insieme ai suoi compagni di viaggio.
Anche il pianoforte di Nikolaj Bentzon è impeccabile: divertente, giocoso, ma anche in grado di delineare intensamente cambi di registro passando dall’ essere bluesy, a swingante, a contrappuntistico, ingaggiando dialoghi molto efficaci con il clarinetto e con il contrabbasso.

- Daniela Floris (www.onlinejazz.net)

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